Lo ha detto Giorgio Castagnotti, Presidente della Martini & Rossi SpA, durante un incontro mattutino in Galleria San Federico a Torino, nel centro incontri di FiorFood Coop, in una conversazione a tutto tondo intorno allo sviluppo di impresa, alle tematiche e alle dinamiche industriali di prodotti a diffusione globale come quelli del marchio Bacardi-Martini, organizzato da Nexto, associazione guidata da Davide Canavesio.
L’incontro fa parte di un ciclo di approfondimenti dedicati alla gestione di impresa con grandi personaggi dell’industria e dell’innovazione. Nel corso della conversazione/colazione, organizzata alle 8.00 del mattino, Castagnotti ha avuto l’occasione di spaziare sui mille fronti della gestione impegnativa di uno stabilimento molto importante, quello di Pessione in provincia di Torino, che è uno dei due stabilimenti al mondo (l’altro è in sud America) che produce bottiglie a marchio Martini. Eccome se ne produce. Fino all’annuncio che ha scioccato i presenti, abituati a pensare la produzione di Rum sotto il caldo asfissiante dei Caraibi e che invece sarà prodotto in provincia di Torino, a due passi da Chieri e da Villanova d’Asti, dove si trova uno stabilimento, quello Martini, che dà lavoro a 300 persone su due turni da lunedì a venerdì e che produce 150 milioni di bottiglie all’anno.
Martini è una grande azienda, storica, del Made in Italy. Ma è anche un grande gruppo multinazionale, che è attento alle dinamiche sia produttive globali e locali.
“A Pessione movimentiamo 20mila camion all’anno in 250 giorni di attività. Siamo attenti a tutto, anche allo sviluppo logistico del territorio, specialmente con i collegamenti alle grandi vie su gomma”
Sono probabilmente i più grandi acquirenti di vino di tutta Italia, con il 75% proveniente dalla Comunità Europea (e Spagna e Sicilia la fanno da padrone), che mescolano con le erbe aromatiche per trarne il loro prodotto più antico e conosciuto al mondo, Vermouth.
Sui risultati di mercato ha le idee piuttosto chiare.
“La contrazione di mercato non è dovuta a una riduzione dei consumi ma ad un ampliamento della concorrenza. Dal vino ad altri Spirits da aperitivo a tutto pasto, il consumo si è diversificato e le abitudini cambiano, per questo dobbiamo lavorare sul marketing”
Un marketing che sta a Londra e viene differenziato e declinato nelle varie regioni del mondo, un modello che recentemente ha adottato anche Mc Donalds.
I numeri del gruppo Bacardi Martini – 5,5 miliardi di fatturato, 5500 dipendenti, altissima redditività (intorno al 75%, caratteristica comune di tutti i produttori di alcoolici), è minacciato da tanta concorrenza, come quella di Aperol, del gruppo Campari, con i quali c’è concorrenza ma una buona collaborazione sui temi di lobby, dalle accise alle tecnologie, fino alle informazioni al consumatore, dalle calorie ai valori nutrizionali da indicare in etichetta.
I punti forti di Bacardi Martini?
“Innovazione di processo, con il recupero e lo sviluppo di specificità guardando al passato, e il presente, attraverso la sponsorizzazione al team di Formula 1 di Frank Williams”.
L’incontro è stato organizzato dall’Associazione Nexto, presidente Davide Canavesio, con Paolo Mulassano.