C’è una fabbrica a Torino diventata famosa negli anni ’50 per l’invenzione di un gioco, semplicissimo, che è entrato nelle case di mezzo mondo: il chiodino.
Quercetti, dopo 63 anni di onorato servizio, il chiodino raggiunge un record. Nel 2015 gli ordini per questo prodotto arrivano alle stelle, nell’area Stampaggio di questa fabbrica, ancora guidata dalla famiglia Quercetti, di chiodini se ne stampano 1 miliardo. Risultato mai raggiunto prima.
La trovata dell’azienda è quella di rilanciare un gioco-icona creandone uno uguale, ma completamente diverso, tradizionale, ma del tutto innovativo: lo ha chiamato Pixel Art.
I chiodini, così come li ricordiamo, esistono ancora. Ma sono affiancati dalla nuova versione, questa volta rivolta ai bimbi di ieri, ormai adulti, con cui riprodurre ritratti, foto, paesaggi, opere d’arte da personalizzare come si crede. Dopo 63 anni riscoppia la “febbre” del chiodino. Musei e Gallerie d’arte chiedono all’Azienda la realizzazione linee Pixel Art ad esse dedicate.
Anche la Casa d’Aste torinese Bolaffi da oggi avrà il suo Pixel Art: un po’ giocattolo, un po’ opera d’arte da collezione, “Pixel Art – Edizione Speciale Bolaffi”, si pone come modo intelligente e creativo per giocare con i francobolli. Questo gioco permetterà una riproduzione fedele del Penny Black, il primo francobollo della storia. Migliaia di chiodini colorati che, correttamente inseriti nelle tavolette traforate, danno vita a un quadro realistico e ricco di sfumature.
Anziché accodarsi alla tendenza generale di spasmodica corsa alla digitalizzazione, l’Azienda ha deciso di puntare sul gioco tradizionale per eccellenza. La riscoperta della tridimensionalità, il rilancio del contatto fisico e dell’esplorazione del reale, dopo anni di assuefazione alla virtualità, stanno alla base della riscoperta e del successo di questo gioco.