Un Paese in Declino: La Visione di Trump e Biden
Con l’avvicinarsi delle elezioni, Donald Trump promette di “Make America Great Again” mentre Joe Biden assicura un futuro più luminoso. Tuttavia, la maggioranza degli americani pensa che il paese sia in declino. Nel 1941, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, l’editore di Time/Life proclamò “il secolo americano” e, nel 1945, gli Stati Uniti erano la potenza mondiale dominante. Ma, dopo otto decenni, è tutto finito?
Paura del Declino: Una Tradizione Americana
Gli americani hanno una lunga storia di preoccupazioni sul declino. Dopo la fondazione della colonia del Massachusetts Bay, alcuni puritani lamentavano una decadenza rispetto alle virtù iniziali. I padri fondatori nel XVIII secolo erano ossessionati dalla storia di Roma e temevano il declino della nuova repubblica americana. Nel XIX secolo, Charles Dickens osservava che l’America “è sempre in una crisi allarmante e non è mai stata diversamente.”
La Realtà Dietro la Percezione del Declino
Valutare il declino è complicato. Gli Stati Uniti non hanno mai avuto il controllo completo che alcuni immaginano. Anche quando avevano risorse preponderanti, spesso non ottenevano ciò che volevano. Ricordate il 1956, quando non riuscirono a prevenire la repressione sovietica in Ungheria, la perdita francese del Vietnam o l’invasione di Suez da parte dei nostri alleati? Bisogna evitare di vedere il passato con occhiali rosa.
Declinismo e Psicologia Popolare
Gli episodi di “declinismo” raccontano più sulla psicologia popolare che sull’analisi geopolitica, ma mostrano anche come l’idea del declino tocchi un nervo scoperto nella politica americana. Questo tema porterà a infinite accuse e smentite in quest’anno elettorale. L’ansia per il declino può portare a politiche nazionalistiche e protezionistiche che fanno più male che bene. D’altra parte, periodi di superbia, come nel 2002, possono portare a danni da politiche errate come la guerra in Iraq. Non c’è virtù né nel sottovalutare né nel sopravvalutare il potere americano.
Declino Assoluto vs. Relativo
In termini assoluti, l’America è in declino dal 1945, quando rappresentava metà dell’economia mondiale e aveva il monopolio delle armi nucleari. La Seconda Guerra Mondiale aveva rafforzato l’economia americana mentre indeboliva le altre. Con la ripresa del resto del mondo, la quota americana del prodotto mondiale è scesa a un quarto del totale nel 1970. Nixon interpretò questo come declino e tolse il dollaro dal gold standard. Ma il dollaro rimane preminente e la quota americana del prodotto mondiale è ancora circa un quarto. E il “declino” non ha impedito agli Stati Uniti di prevalere nella Guerra Fredda.
Cicli di Paura e Rinnovamento
Le paure americane di declino e cambiamento sociale sono cicliche. Dopo il lancio dello Sputnik nel 1957 e la proclamazione di superiorità da parte di Krusciov, molti americani credevano che l’amministrazione Eisenhower fosse stagnante e che gli USA fossero in declino. Dopo la superbia e la sconfitta in Vietnam, anche gli anni ’70 furono segnati dal declinismo. Nel 1979, una copertina di una rivista americana mostrava la Statua della Libertà con una lacrima. Ma poco più di un decennio dopo, l’Unione Sovietica crollò e gli USA entrarono nel periodo della “superpotenza unica.”
Il Futuro dell’America: Ottimismo Cauto
Nessuno può essere sicuro di cosa ci riserva il futuro, ma l’autore ha cercato di rispondere a questa domanda nel suo memoir, “A Life in the American Century.” Conclude che il secolo americano non è finito, ma che la primazia americana in questo secolo non sarà come nel ventesimo. Il pericolo più grande non è che la Cina ci superi, ma che la diffusione del potere possa produrre entropia, ovvero l’incapacità di fare qualsiasi cosa.
America vs. Cina: I Vantaggi a Lungo Termine
L’America ha almeno cinque vantaggi a lungo termine rispetto alla Cina: la geografia, l’energia, le istituzioni finanziarie transnazionali e il ruolo internazionale del dollaro, il vantaggio demografico e la leadership nelle tecnologie chiave. La Cina è un concorrente impressionante ma con debolezze. Il vero rischio è che l’America ceda all’isteria riguardo alla crescita cinese o alla compiacenza riguardo al suo “picco”, giocando male le sue carte.
Preoccupazioni Domestiche e Potere Morbido
La preoccupazione maggiore riguarda i cambiamenti interni e ciò che potrebbero fare al nostro potere morbido e al futuro del secolo americano. Anche se il potere esterno rimane dominante, un paese può perdere la sua virtù interna e l’attrattiva per gli altri. La polarizzazione politica è un problema e la vita civica diventa sempre più complessa. La tecnologia crea un’enorme gamma di opportunità e rischi per le generazioni future, affrontando sfide come l’Internet delle Cose, l’IA e il cambiamento climatico.
Ottimismo Guardingo: La Speranza di una Rinascita
L’America ha molti problemi: polarizzazione, disuguaglianza, perdita di fiducia, sparatorie di massa, morti per disperazione da droghe e suicidi. C’è un caso per il pessimismo. Ma abbiamo superato periodi peggiori. Per tutte le nostre imperfezioni, gli Stati Uniti sono una società innovativa che in passato è stata in grado di ricrearsi e reinventarsi. Forse la Generazione Z può farlo di nuovo. Spero di sì. Dovremmo essere cauti nel contare troppo sull’eccezionalismo americano, ma il mio ottimismo cauto è descritto in questo resoconto di cosa è stato vivere attraverso i primi otto decenni del secolo americano.