L’architetto Paolo Panetto di Exit Studio ha condiviso un interessante intervento durante un workshop di Infoprogetto in cui racconta le complessità e le sfide affrontate durante la progettazione di uno dei suoi lavori più significativi: il restauro del “Palazzo della Luce” nel cuore del centro storico di Treviso. Questo progetto ha rappresentato per lo studio di Panetto un’occasione unica di intervenire su un edificio monumentale situato a pochi metri dal loro studio, unendo le conoscenze tecniche del restauro con una visione innovativa e contemporanea dell’architettura.
Il racconto di Panetto rivela non solo un profondo impegno verso la conservazione del patrimonio architettonico, ma anche una propensione all’innovazione e alla reinterpretazione degli spazi storici, in un dialogo continuo tra passato e futuro. Il restauro del Palazzo della Luce è un esempio lampante di come l’architettura possa fondersi con la storia, creando nuove opportunità per la città e i suoi abitanti.
Palazzo della Luce: tra Storia e Funzionalità
Il Palazzo della Luce, risalente al XVI secolo, è stato sottoposto a un restauro conservativo con l’obiettivo di preservare i suoi elementi architettonici di pregio, ma allo stesso tempo adattare lo spazio a nuovi utilizzi funzionali. Tra questi, l’idea innovativa di destinare l’edificio a spazi di coworking, un concetto all’avanguardia per una struttura storica di tale rilevanza. Sebbene l’idea del coworking sia stata messa a dura prova durante la pandemia, il progetto ha resistito e oggi il palazzo ospita uffici condivisi, conferenze e incontri aziendali. Questo ha trasformato il Palazzo della Luce in un centro pulsante di attività, contribuendo a ravvivare il tessuto urbano del centro storico di Treviso.
Le Sfide Tecniche del Restauro: Innalzamento del Piano e Recupero del Tetto
Come in ogni progetto di restauro, anche in questo caso sono state numerose le sfide tecniche. Uno degli ostacoli più complessi è stato coniugare le esigenze moderne con i vincoli di conservazione storica dell’edificio. Il palazzo aveva subito gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale: parte della facciata e del tetto erano stati distrutti dai bombardamenti e la ricostruzione post-bellica, avvenuta tra il 1946 e il 1950, aveva portato all’uso di materiali poco consoni alla struttura originale, come il laterocemento.
Insieme all’architetto Rossella Riscica, specializzata nel restauro monumentale, Panetto ha lavorato su due interventi chiave: l’innalzamento di 30 cm del piano di calpestio, necessario per affrontare i problemi di infiltrazione e umidità, e la demolizione di un solaio in laterocemento che copriva le capriate del tetto. Questi interventi non solo hanno risolto problemi strutturali, ma hanno anche permesso di valorizzare elementi architettonici nascosti, riportando alla luce parti dell’edificio di grande valore estetico e storico. Come Panetto stesso sottolinea, il dialogo costante con la Sovrintendenza è stato essenziale per trovare soluzioni che rispettassero il carattere storico del palazzo, pur rispondendo alle esigenze funzionali moderne.
Ripensare gli Spazi: Il Coworking Come Destinazione Innovativa
Uno degli aspetti più interessanti del progetto è stato il ripensamento della destinazione d’uso dell’edificio. Inizialmente, il committente aveva previsto di trasformare il palazzo in appartamenti di lusso, un’opzione che avrebbe risposto alla crescente domanda di abitazioni di prestigio nel centro storico di Treviso. Tuttavia, questa soluzione è stata scartata a favore di un uso più innovativo: un coworking all’interno di un edificio storico monumentale.
Questa scelta ha permesso di aprire l’edificio alla comunità e di garantire una fruizione continua degli spazi, trasformandolo in un punto di riferimento per il lavoro contemporaneo. Il coworking ha anche influenzato la distribuzione degli spazi interni: al piano terra si trovano sale riunioni e un auditorium da 70 posti, mentre il piano nobile è dedicato agli uffici. Il piano superiore, infine, ospita un grande ufficio privato, rendendo il palazzo un luogo versatile e dinamico, capace di adattarsi a diverse esigenze lavorative.
Il Giardino e l’Uso dei Materiali: Un Restauro Orientato al Futuro
Un altro aspetto interessante del progetto di restauro riguarda il giardino retrostante il palazzo. Originariamente uno spazio semiprivato, chiuso da una cancellata, il giardino è stato riqualificato dallo studio di Panetto e aperto al pubblico, diventando parte integrante del tessuto urbano circostante. Questo intervento ha contribuito a restituire alla città uno spazio verde prezioso, aumentando la vivibilità del quartiere.
Per quanto riguarda la scelta dei materiali, Panetto, noto per il suo amore per l’acciaio e il ferro, ha integrato questi materiali contemporanei in modo discreto ma efficace, creando un ponte tra passato e presente. L’uso dell’acciaio, in particolare, ha permesso di rafforzare la struttura senza alterare l’aspetto originario dell’edificio, mentre il ferro è stato utilizzato per dare un tocco di modernità agli interni, senza mai compromettere l’integrità storica del palazzo.
Il Dialogo Tra Conservazione e Innovazione
Il restauro del Palazzo della Luce rappresenta un esempio perfetto di come l’architettura possa dialogare con il passato senza rinunciare alle esigenze del presente. L’approccio integrato di Panetto e del suo team dimostra che è possibile preservare il valore storico di un edificio, adattandolo però a nuove funzioni e usi contemporanei. Questo tipo di interventi non solo arricchiscono il patrimonio culturale e architettonico della città, ma contribuiscono anche alla sua vitalità economica e sociale.
Conclusioni: Un Modello per il Futuro del Restauro
Il progetto del Palazzo della Luce a Treviso è un esempio di come il restauro possa essere non solo un processo di conservazione, ma anche un’opportunità per reinventare gli spazi storici, adattandoli alle esigenze della società contemporanea. L’intervento di Panetto, con la sua attenzione sia alla storia che alla funzionalità, rappresenta un modello per futuri progetti di restauro, dimostrando che è possibile rispettare il passato senza rinunciare all’innovazione e alla modernità.
Questo restauro ha permesso di ridare vita a un palazzo storico, rendendolo accessibile e funzionale per la comunità, senza comprometterne l’anima originaria. Un perfetto equilibrio tra conservazione, innovazione e sensibilità architettonica.
L’evento è stato prodotto con il supporto di Tekla, azienda specializzata nella produzione video b2b.