Brevetto Europeo, ci siamo. Per le imprese innovative italiane, quelle che creano formule, prodotti e tecnologie che poi vendono in tutto il mondo, semplificata la procedura per registrare le loro invenzioni. Con un solo modulo, il brevetto sarà valido in tutti e 25 gli stati europei dell’Unione.
L’Italia aderirà al “brevetto unitario” dell’Unione europea. Lo ha annunciato ieri il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, nel corso del Consiglio Ue Competitività.
Un passo che consentirà alle imprese italiane di ottenere un brevetto valido in 25 Paesi europei, tramite un’unica procedura, e pagando un’unica tassa, con una drastica riduzione delle formalità e dei costi.
Attualmennte, il sistema prevede che la domanda di registrazione di un brevetto in più Paesi europei debba essere fatta all’Ufficio di Monaco e il tutto si traduce nel rilascio di un “fascio di brevetti” nazionali, i quali devono essere singolarmente convalidati nei Paesi di interesse dagli uffici competenti.
Dopo la conferma dell’adesione dal Parlamento Italiano, si prevede di partire dal 2016 con la nuova formula, che snellisce le pratiche e le burocrazie e protegge il Made in Italy, almeno in Europa, in modo più convincente.
Roberto Snaidero, Presidente di Federlegno Arredo e noto industriale, commenta.
Il brevetto unitario darà alle imprese italiane, soprattutto le piccole e medie, che in proporzione subiscono maggiormente i costi legati alla difesa giudiziaria contro la contraffazione, l’occasione di essere più competitive.
Chi vende i propri prodotti all’estero potrà beneficiare di un’unica copertura sull’intero territorio dell’Ue a costi ridotti rispetto agli attuali, priva di oneri burocratici e, non da ultimo, utile a fungere da barriera alle importazioni di prodotti-copia dai Paesi extra Ue.
Secondo stime di Confindustria, tale scelta può portare ad un risparmio complessivo annuale per le imprese di 9 milioni di euro (derivato dalla non necessità di ricorrere a due protezioni separate in Italia e nel resto d’Europa) più 5 milioni di euro (assenza di cause brevettuali parallele in Italia e nel resto d’Europa). Oggi il solo costo delle traduzioni dei brevetti concessi nelle lingue nazionali, che il nuovo sistema eviterebbe, è stimato in 270 milioni di euro l’anno, di cui il 20% riferito ad aziende italiane.