Innovazione, gestione degli spazi, sostenibilità, sconfinamenti. Questi i temi della 4 giorni che ha coinvolto architetti, progettisti, designer e artisti. Dal 30 giugno al 4 luglio all’ex Borsa Valori di Torino.
Si è tenuto dal 30 giugno al 4 luglio la quinta edizione del festival della Fondazione OAT e dell’Ordine degli Architetti di Torino, un appuntamento ormai consolidato nel calendario estivo della Città di Torino per parlare ai cittadini di architettura, di città e di cura del territorio.
Il festival propone anche nel 2015 un calendario ricco di appuntamenti, grazie alla partecipazione di oltre 150 soggetti culturali operanti in città e nell’area metropolitana e attraverso l’uso di linguaggi e forme espressive diverse: incontri, dialoghi, mostre, tour, conferenze, performance, proiezioni cinematografiche, presentazioni di libri e laboratori sono tra le 104 iniziative previste.
Architettura in Città conserva la natura di iniziativa diffusa sul territorio con numerose sedi di appuntamenti, ma la casa del festival sarà l’ex Borsa Valori.
Il tema di quest’anno è “sconfinamenti”: a partire dalla riflessione che il primo gesto propriamente architettonico è la delimitazione dello spazio attraverso la costruzione di un muro, lo sguardo è stato esteso a tutte quelle barriere economiche, sociali, territoriali, religiose, fisiche, virtuali,… che caratterizzano le città moderne e che definiscono un ‘dentro’ e un ‘fuori’; la Germania, nazione che a lungo ha dovuto convivere con un muro, sarà il Paese ospite e numerosi eventi di Architettura in Città sono inseriti anche nel calendario Torino incontra Berlino. Il titolo è un invito all’esplorazione dei confini per approfondire i concetti di inclusione ed esclusione, per discutere dell’accessibilità degli spazi, ma anche degli ostacoli culturali o economici, per descrivere consolidati limiti territoriali e infrastrutturali o recenti cambiamenti amministrativi.
In quest’edizione del festival è stato riproposto un format di incontri, inaugurato nell’edizione del 2014, basato sul dialogo tra un architetto e una diversa professionalità.
Interessante la mostra INtheCUBE. Architetti, designer, artisti e creativi sono stati invitati a presentare un manufatto che desse voce a una delle infinite declinazioni del concetto di confine, da quello che si vuole creare a quello che infastidisce, da quello che protegge a quello che esclude, da quello reale a quello virtuale. L’obiettivo degli artisti è stato comporre le realizzazioni in uno spazio cubico massimo di 40 cm di lato e con un peso inferiore ai 10 kg. Libera la scelta della tecnica e del materiale.
Il risultato sono state tantissime opere, con il bianco come colore dominante, appoggiate su un piano posto a 75 cm da terra fornito dal partner tecnico Centrometal. Si tratta di una speciale lastra in Drytec, un materiale scintillante e dalle caratteristiche tecniche di flessibilità.