Il mondo dell’occhialeria e degli articoli ottici in generale è un’eccellenza italiana che genera Pil e occupazione. L’Italia si configura come leader indiscusso nel panorama mondiale, con livelli di esportazione che toccano il 90% della produzione totale. Per avere un’idea della dimensione economica basta guardare i numeri del 2012: la produzione è cresciuta tra il 2011 e il 2012 a un tasso superiore al 5%, nonostante la crisi, arrivando a toccare i 2,799 miliardi di euro.Da un articolo de IlSole24Ore di questo mese si legge che il settore ha anche un’altra particolarità: “Luxottica, è l’azienda più grande al mondo, una multinazionale verticalmente integrata (possiede anche catene di ottici) che ha messo talmente tanta distanza tra sé e i suoi concorrenti da rendere di fatto impossibile la presenza, anche in futuro, di un autentico competitor”. Un comparto tutto da scoprire.
Abbiamo incontrato Cirillo Marcolin il Presidente di Anfao, Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici, che riunisce la maggior parte delle aziende italiane del comparto, ad oggi sono oltre 100 gli associati, nata oltre 50 anni fa. ANFAO tutela le aziende associate sul piano economico, sindacale e tributario, si attiva per la stipulazione di contratti collettivi di lavoro e si fa promotrice di organizzare progetti e strategie di settore, fra i quali, l’organizzazione in Italia della fiera internazionale MIDO.Molto importante è la collaborazione di Anfao con Certottica, l’Istituto Nazionale per la Certificazione dei prodotti Ottici, che controlla e certifica la conformità tipologica e progettuale dei prodotti ottici, sperimenta test di collaudo, verifica le norme di settore, partecipa ai gruppi di lavoro nazionali ed internazionali inerenti i vari aspetti tecnologici del settore. Cirillo Marcolin è anche presidente di Mido, la più grande fiera dell’occhialeria al mondo che si tiene a Milano.
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«Il settore ha confermato la sua vocazione all’export, che nel 2012 è cresciuto del 7% a 2,631 miliardi, un massimo storico», sottolinea Cirillo Marcolin, «La bilancia commerciale italiana del nostro settore si è confermata largamente in attivo, benché anche le importazioni siano aumentate del 5,7%, arrivando a 885 milioni. Un fatto interessante del 2012 è stato l’aumento dell’export di montature da vista, cresciuto dell’11,2% rispetto al 5% degli occhiali da sole. Per quanto riguarda i mercati di sbocco, Europa e Stati Uniti assorbono ancora quasi l’80% delle esportazioni, ma le aziende italiane stanno incrementando la loro presenza in mercati più lontani, come l’America Centrale, l’Oceania e naturalmente l’Asia. Soffre il mercato domestico, che ha perso il 4,5%.»
«I giganti del settore, Luxottica in testa, possono affrontare tutti i mercati anche da soli, il problema sono le Pmi, che nel nostro settore, che può vantarsi di avere ancora una filiera integra, sono moltissime. Credo che internet possa essere uno strumento molto utile per sciogliere il nodo della distribuzione, come abbiamo cercato di sottolineare durante il convegno che si è tenuto qualche settimana fa a Milano e che è stato l’occasione per presentare le ricerche di Prometeia e Centro studi Confindustria sul “bello e ben fatto”, un’espressione che preferisco di gran lunga alla parola lusso.»
«La ricerca di Prometeia prevede che entro il 2018 nel mondo ci saranno circa 200 milioni di nuovi ricchi in più rispetto al 2012. Non parliamo di miliardari, ma di persone benestanti che avranno reddito disponibile da spendere in prodotti di fascia alta. La metà di loro risiederà nei principali centri urbani di Cina, Russia e Brasile, ma la classe benestante si sta ampliando anche in Paesi più vicini all’Italia, come Russia e Turchia. Per gli occhiali italiani ci sono enormi potenzialità. Le importazioni dai nuovi mercati supereranno i 2,7 miliardi di euro, oltre un miliardo in più rispetto al 2012, con una crescita, in sei anni, del 67%. Cina e Russia saranno le destinazioni principali degli occhiali “belli e ben fatti”, seguite da Brasile, Messico, Repubblica Ceca, Emirati arabi, India, Turchia, Tailandia e Polonia».