Quante volte ci siamo domandati: “Quanto starà piovendo là fuori?”
Non ci rende mai veramente conto di quanto piova fino a quando non si scende in strada con un ombrello aperto sopra la nostra testa (o, peggio ancora, fino a quando non lo si dimentica a casa!).
Dal punto di vista del cittadino medio la pioggia costituisce una vera e propria grana: la viabilità rallenta, la temperatura si abbassa, il tasso di umidità s’impenna… per non parlare di quell’atmosfera plumbea che circonda la città: esiste tutta una serie di disturbi, fisici e/o psicologici, che sono strettamente associati al clima, ai i suoi cambiamenti ed alle sue variazioni che viene definita con il termine di metereopatia.
Misurare l’intensità delle precipitazioni costituisce un vantaggio dal punto di vista amministrativo, agricolo, per non parlare della sicurezza pubblica. Gli strumenti di misura delle piogge attualmente esistenti sono sicuramente affidabili, ma non sono diffusi, connessi ed integrati con il territorio ed hanno un tempo di risposta non sufficientemente celere per soddisfare il “mercato” di riferimento. Attualmente per la misurazione delle precipitazioni i metereologi si affidano ai cosiddetti pluviometri, strumenti tradizionali, affidabili, ma ancora troppo poco diffusi sul territorio per via del loro elevato costo di installazione e manutenzione (stiamo ovviamente parlando di strumenti di alta precisione; in commercio è possibile reperire anche pluviometri economici e “casalinghi”).
L’idea di creare un servizio di raccolta dati semplice, veloce ed efficace accomuna Paola Allamano, Paolo Cavagnero ed Alberto Croci che nel 2015 fondano WaterView, un’azienda giovane e dinamica specializzata nell’ideazione di sistemi intelligenti per il monitoraggio di fenomeni atmosferici e parametri ambientali. Inserita nell’Incubatore Imprese Innovative (I3P) del Politecnico di Torino, WaterView rivoluziona l’industria della raccolta dei dati in ambito meteorologico grazie ad una tecnica totalmente nuova per rilevare l’intensità della precipitazione atmosferica a partire dalle caratteristiche strisce luminose lasciate dalla gocce d’acqua in una fotografia o in un filmato realizzati in condizioni di pioggia.
Come funziona WaterView? È sufficiente scattare una foto, caricarla sui server della start-up e l’immagine verrà analizzata dal team per poi esser restituita corredata dei dati richiesti tramite un’applicazione web. Tre principali parametri determinano la profondità di campo di un’immagine e la lunghezza delle tracce luminose lasciate su di essa dalla pioggia: lunghezza focale, tempo di esposizione ed apertura del diaframma; la conoscenza di questi parametri permette di determinare un volume entro cui sarà possibile calcolare la posizione, la dimensione e la velocità delle gocce visibili ottenendo così una stima dell’intensità della pioggia al suolo. Da un punto di vista tecnico, WaterView affianca la sua capacità di lettura ad un servizio cloud: una soluzione che permette al sistema di ricevere immagini sia da quei dispositivi fissi e continuamente attivi (vedi telecamere) sia dalle reti mobili e a funzionamento sporadico (smartphone ed affini).
I campi applicativi di WaterView sono numerosi: supporto all’agricoltura, agli sport all’aria aperta, alla rete di trasporti o agli operatori della protezione civile sono solo alcuni esempi che dimostrano la versatilità della start-up.
L’uomo non può controllare la pioggia, ma la può monitorare e trarne vantaggi: basta solo individuare i giusti mezzi.
Pagina Web: http://www.waterview.it/