Negli ultimi anni, Donald Trump ha espresso apertamente la sua visione geopolitica incentrata su un’America più aggressiva e dominatrice. Le sue dichiarazioni e le sue politiche passate suggeriscono che, se dovesse tornare alla Casa Bianca, il mondo potrebbe assistere a una nuova era di espansionismo statunitense. Canada, Groenlandia, Panama e perfino Gaza: territori che un tempo sarebbero sembrati fuori dalla portata degli Stati Uniti oggi rientrano, almeno nelle parole e nelle ambizioni trumpiane, in una nuova strategia imperialista che nessuno sembra pronto o capace di contrastare.
Il Canada: il vicino troppo ricco per restare indipendente
La tentazione americana verso il Canada non è una novità: risorse naturali abbondanti, un vastissimo territorio scarsamente popolato e un’economia saldamente legata agli USA. Se Trump dovesse davvero puntare a un’annessione mascherata sotto l’idea di una “protezione rafforzata”, chi potrebbe fermarlo? Il Canada, con la sua popolazione di appena 40 milioni di abitanti, difficilmente potrebbe resistere a una pressione politica, economica o addirittura militare esercitata dagli Stati Uniti. Il destino del Canada potrebbe essere quello di un’integrazione forzata, magari giustificata con la necessità di proteggere il paese dalle crescenti tensioni globali con Cina e Russia.
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Groenlandia: il sogno mai sopito di Trump
Nel 2019 Trump propose apertamente di acquistare la Groenlandia dalla Danimarca. All’epoca l’idea fu ridicolizzata, ma oggi, in un mondo in cui la competizione per le risorse artiche si fa sempre più intensa, la Groenlandia torna ad essere un obiettivo strategico. Ricchissima di minerali, con una posizione privilegiata per il controllo dell’Artico, potrebbe essere il bersaglio perfetto di un’America che vuole estendere il proprio dominio in una regione chiave per il futuro del pianeta. Una pressione economica sufficiente, o perfino una crisi politica in Danimarca, potrebbe aprire la porta a una nuova offerta, questa volta meno negoziabile.
Panama: il Canale e il controllo strategico dell’America Centrale
Il Canale di Panama è una delle arterie commerciali più importanti del mondo, e Trump, con il suo approccio predatorio alle relazioni internazionali, potrebbe considerare un ritorno al controllo diretto americano della regione. Giustificandolo con la necessità di proteggere le rotte commerciali dall’influenza cinese e dalle presunte minacce del narcotraffico, gli Stati Uniti potrebbero destabilizzare il governo panamense fino a ottenere il pieno controllo del Canale. E chi potrebbe impedirglielo? Nessuno.
Gaza: la Dubai americana
Forse l’idea più assurda, eppure la più spaventosa. Trump ha dichiarato che il destino di Gaza, dopo la guerra in corso, potrebbe essere quello di diventare una nuova Dubai, ovviamente sotto il controllo americano o di alleati fedeli a Washington. Una città ricostruita con soldi sauditi e gestione americana, destinata a trasformarsi in un’enclave di lusso e affari, completamente avulsa dal dramma storico della regione. Se gli USA volessero davvero imporre questo modello, chi potrebbe fermarli? Israele, in fondo, potrebbe essere complice o comunque riluttante a contrastare un progetto che elimina il problema palestinese senza concedere diritti reali ai palestinesi.
Trump e la lezione di Putin
Trump ha sempre nutrito una certa stima per Vladimir Putin, vedendolo come un leader forte e deciso. L’invasione dell’Ucraina ha probabilmente offerto a Trump una lezione importante: una grande potenza può semplicemente prendersi ciò che ritiene proprio, senza alcuna conseguenza significativa, a meno che non venga fermata con la forza. Putin è stato contenuto solo grazie alle armi e al denaro degli Stati Uniti. Ma quale potrebbe essere stata la riflessione di Trump? Esatto: gli Stati Uniti non li potrebbe fermare nessuno. Questo ragionamento potrebbe rafforzare la sua visione espansionistica, convincendolo che con la giusta strategia e la volontà politica, nessun avversario sarebbe in grado di ostacolare l’ascesa imperiale americana.
Chi potrebbe fermarli?
Ecco la domanda fondamentale: chi potrebbe fermare questa nuova dottrina espansionistica? L’Europa, debole e divisa, non sembra avere la capacità di contrastare gli USA su nessuno di questi fronti. La Cina e la Russia hanno le loro sfide interne e difficilmente aprirebbero nuovi conflitti diretti. Le Nazioni Unite? Una semplice formalità burocratica nelle mani delle grandi potenze.
Se Trump tornasse al potere e decidesse di spingere per questa visione, chi potrebbe davvero opporsi? La risposta più inquietante è: nessuno. E questo dovrebbe farci riflettere.