Come costruire da 0 a 100 un’azienda leader. Bruno Di Stasio è il fondatore di Seven. Ecco la storia che ha portato Seven a diventare leader nella produzione di zaini a livello globale.
“Sono Bruno Di Stasio e più che Presidente di una grande azienda sono a capo di una grande famiglia”. Comincia così l’intervista al Presidente di uno dei più importanti gruppi al mondo specializzato nella produzione di zaini ed accessori per la scuola, lo sport e il tempo libero: la Seven S.p.a. Ma bisogna tornare indietro nel tempo per conoscere gli inizi di questa bella storia. Una storia che comincia da Pasquale Di Stasio, padre di Bruno. Ha poco più di diciotto anni ma ha già un figlio. Emigra al nord per adempiere alla chiamata militare. Da Foggia a Fossano per cercare anche un lavoro. E’ qui che Pasquale incontra un ciabattino che si prende a cuore la sua situazione di papà emigrato. Pasquale si innamora di quel lavoro fatto di precisione e creatività. Finisce il militare e decide così di rilevare la piccola attività. Il tempo passa e Pasquale nel giro di diciassette anni mette al mondo ben sette figli. Altri tempi. Pasquale lavora, ripara scarpe, ma nel suo futuro c’è ancora tanta incertezza. Si ritrova a trentasei anni con sette figli e così inizia una passione che trasferirà a tutta la sua famiglia. Intravedendo la possibilità di dare vita a qualcosa di importante compra una macchina da cucire, assume una dipendente e comincia a realizzare borse, sportive e da spesa. I suoi figli imparano il lavoro e contribuiscono ogni giorno alla crescita dell’azienda con la passione e il sacrificio di chi non ha nulla. Nasce così “La casa della borsa di Pasquale Di Stasio e figli”.
Lui, Bruno Di Stasio, è il prescelto per continuare gli studi. E’ lui il leader che tutti i fratelli dovranno supportare. Bruno studia elettronica, poi si iscrive ad ingegneria elettronica. Ha fame, come piace ripetere, e decide di aprire un piccolo negozietto che vende articoli di pelletteria. Bruno studia e lavora ma intanto ha un’idea: inventa i fogli squadrati del Politecnico. Nel giro di tre mesi vende più di 500 mila fogli. Una piccola rivoluzione nel mondo universitario. A ventuno anni Bruno si sposa e diventa papà. E’ il momento di fare il salto di qualità. Bruno ne è consapevole e nel 1974, insieme agli altri fratelli, fonda la “Euroborse dei fratelli Di Stasio”. I clienti sono importanti. Grossi marchi dello sport come Converse e Mikasa. La creatività di tutti i sette fratelli è la marcia in più. Le richieste aumentano sempre di più. Arriva l’ora di sfidare due mostri sacri piemontesi del settore: Invicta e Falchi. Ma bisogna cambiare nome e allora ecco l’idea: “Siamo sette fratelli perchè non ci chiamiamo Seven?”.
Seven produce 20 mila zaini contro i 500 mila della concorrenza che si chiama Invicta. Davide contro Golia. La sfida è difficile nonostante tutti riconoscano la qualità dei suoi zaini. Bruno sa che ora è lui a dover guidare l’azienda/famiglia. A lui tocca il gravoso compito di sfidare il gigante. Ecco l’idea. Puntare al mondo della scuola. Si racconta che contro il parere dei fratelli Bruno si sia presentato ad un meeting di grossisti del mondo scuola. E’ una mattina di novembre del 1987. A Verona c’è tanta nebbia. Nella sala con circa 50 persone i maggiori grossisti di cartoleria. Bruno prende la parola chiedendo cinque minuti del loro tempo e dice: “Io non so se ho bisogno di voi ma voi avete bisogno di me”. E’ sicuro della sua idea. Prima viene guardato con scetticismo poi con sempre maggiore interesse. Nei giorni successivi gira l’Italia e percorre 10 mila km in 15 giorni. Torna a casa con numeri incredibili. Richieste intorno ai 100 mila zaini scuola. Seven diventa leader nel settore della cartoleria e passa tra il 1987 e il 1993 da 500 milioni di fatturato a 13 miliardi. Ma Invicta, l’azienda regina del settore, è ancora irraggiungibile nei numeri. E’ il momento di rischiare tutto. I fratelli Di Stasio non vogliono che la Seven sia seconda a nessuno. Capiscono che è il momento di puntare sulla comunicazione e investono sulle televisioni. “Seven è un sacco diverso”, “Seven è un sacco più avanti”. E’ il 1993. Questi sono gli spot che si vedono in Tv e nel giro di cinque anni (1998) Seven diventa leader del mercato scuola superando Invicta. Davide batte Golia.
La famiglia cresce e diventa sempre più grande. Arrivano tanti nipoti per pensare già alla Seven che verrà. Ora però bisogna concentrarsi su una nuova sfida. Resistere agli attacchi dei competitors sempre più agguerriti. Come? Allargando la gamma dei prodotti e puntando alla fascia Junior, quella tra i cinque e gli otto anni. Risultato? Fatturato raddoppiato nel 2003. Ma come tutti gli imprenditori che sognano in grande a Bruno Di Stasio ora il mercato italiano non basta più. Il nuovo obiettivo sono i mercati esteri. Arrivano le prime difficoltà dovute ai grossi investimenti sul Polo Logistico creato nel 2005. Nel 2006 la grande opportunità: comprare il suo grande rivale storico, Invicta. Le banche sostengono la corsa del nuovo leader nel mercato degli zaini. Arriva però un nuovo nemico: la crisi finanziaria che colpisce tutti e tutto. In quegli anni Bruno Di Stasio assume la carica di Presidente di Piccola Industria a Torino occupandosi di rapporti banca/impresa e di progetti di innovazione e di internazionalizzazione.
Alla luce dei risultati incoraggianti del nuovo progetto e-commerce partito in Seven da circa tre anni capisce che la sfida del futuro è proprio il completamento del processo di internazionalizzazione: “Abbiamo solo un 10% di export, il cammino è ancora lungo” dice Bruno Di Stasio. “Cerchiamo di dialogare con i consumatori dei mercati esteri più importanti come Germania, Inghilterra, Stati Uniti ma anche Brasile”.
Il presente è una nuova idea, unica al mondo: “Abbiamo ideato l’unico zaino reversibile al mondo”. Bisogna innovare sempre e noi lo facciamo continuamente sfruttando soprattutto la creatività della famiglia”.
Il futuro è quindi nell’innovazione e nelle nuove generazioni “Credo nelle start up e nei giovani, che per crescere devono avere fame”.
Il finale è tutto per la sua famiglia: “Io ho dedicato una vita alla mia azienda ma devo ringraziare i miei fratelli perchè con i loro sacrifici mi hanno permesso prima di studiare e poi di confrontarmi con altri imprenditori. Il mondo è cambiato e questi valori stanno scomparendo. Oggi fare impresa è difficilissimo se non impossibile. Bisogna avere un progetto unico guardando anche quello che c’è intorno a noi”.