Una domanda che si sono fatti in molti in città. Con il famoso video della allora candidata Sindaco Chiara Appendino, quello in cui attraverso dei cartelli contrapponeva due città, una quella delle “code ai musei” e l’altra, quella delle “code alle mense per poveri”, sono stati in molti a chiedersi se, il giorno dopo la sua elezione, ci sarebbero stati terremoti anche nella struttura che gestisce questo capitolo della città che, per la precedente amministrazione, era stato considerato strategico.
Il binomio Turismo e Cultura è fondamentale, sostengono in molti, e lo sostiene anche Patrizia Asproni, Presidente della Fondazione Torino Musei, il cui mandato è in scadenza tra due anni e che si aspetta di “incontrare la Sindaca Appendino per un confronto su quelle che sono le sue idee sul futuro della cultura in città”.
Patrizia Asproni (qui il suo curriculum vitae) è una esperta di politiche culturali e di Musei Italiani. La sua esperienza l’ha portata nel 2013 ai vertici della Fondazione Torino Musei, che gestisce la GAM, il MAO, Palazzo Madama, La Rocca e il Borgo Medievale. Alla fondazione inoltre afferisce Artissima Srl, che è a società che si occupa di organizzare e gestire l’omonima fiera di arte contemporanea torinese.
Il Sindaco di Torino Chiara Appendino ha completato la sua giunta ed è arrivata la notizia della nomina di Francesca Leon a Assessore alla Cultura della Città. Come alcuni pronosticavano, senza esserne troppo contenti, la delega “Cultura” è divisa sostanzialmente in 3.
Da una parte la Cultura appunto, che va a Francesca Leon, dall’altra le “Attività Culturali”, che rimane in capo alla Appendino, e poi il Turismo, dato ad Alberto Sacco, un avvocato che non sembra avere alcuna esperienza nel settore. Un po’ a ricalcare le idee del neo consigliere della Città, eletto sempre con i 5 Stelle, Massimo Giovara, un attore che ha portato sulle scene teatrali il racconto del “Sistema Torino” e che proprio ieri, sul suo blog, ha pubblicato un’intervista con Tomas Montanaro, fiorentino e professore a Napoli, che ha professato candidamente di credere che le deleghe cultura e turismo vadano rigorosamente separate, proprio come è appena avvenuto per la città di Torino.
Ma perchè collegare la Cultura al Turismo? C’è legame? I numeri sembrano dire di sì.
Il 2015 ha rappresentato per i musei gestiti dalla Fondazione un anno di indubbi successi, dal punto di vista sia organizzativo che contenutistico.
Dalla rassegna dedicata a Claude Monet allestita alla GAM, che è stata la più visitata in Italia, al MAO, museo di Arte Orientale, che ha superato i 100.000 visitatori con un incremento dell’88% rispetto al 2014, fino a Palazzo Madama e al Borgo Medievale, che hanno ospitato rispettivamente eventi di grande visibilità e eventi che hanno riconfermato il Borgo come location ideale per questo genere di attività. Tutti i numeri, ben dettagliati, sono disponibili sul sito www.fondazionetorinomusei.it
Era il 14 ottobre 2010 quando l’allora Ministro dell’Economia Giulio Tremonti aveva dichiarato che con la cultura non si mangia. Una frase che a suo tempo aveva sconvolto un po’ tutti e a cui, in fondo, avevano creduto in pochi. Forse proprio raccogliendo questa provocazione, Torino e le amministrazioni di centro-sinistra che si sono susseguite negli anni hanno investito se possibile ancora più energie e sforzi, umani ed economici, per trasformare la città e fare in modo che di cultura si potesse mangiare.
A giudicare dall’intervento di Patrizia Asproni all’assemblea di Federalberghi Torino il 29 giugno 2016, a Torino di questi tempi di cultura si mangia. E lei cita dei dati, interessantissimi, del CNR, il quale afferma che nel corso dell’ultimo decennio il Turismo Culturale in Italia, quello che muove i turisti in base a cosa offrono le città proprio dal punto di vista degli eventi e dell’offerta museale, è aumentato del 32,8% sul mercato nazionale e rappresenta l’11,8% del contributo al PIL del settore turistico nazionale. E non si è fermata qui, perchè l’Industria Culturale e Creativa (si chiama proprio così, alla faccia di Giulio Tremonti), produce il 6,1% della ricchezza nazionale, per un valore assoluto di quasi 90 miliardi di euro e un indotto di 160. In totale, quasi 250 miliardi di euro all’anno, secondo un rapporto della Fondazione Symbola.
Abbastanza per fare felici quelli di Federalberghi Torino, che si godono l’eccellente posizionamento guadagnato dalla città nelle classifiche di tutto il mondo, dal New York Times ai motori di ricerca, come testimonia questo link.
Patrizia Asproni non si ferma, perchè i rapporti citati del CNR e Symbola parlano anche di Torino. Qui il settore culturale e creativo produce il 9,1% della ricchezza del territorio e occupa una persona su dieci, terza in Italia dopo Roma e Milano. Il Piemonte poi è la terza regione d’Italia per il valore aggiunto e quarta per occupazione generata dal sistema.
Ma Patrizia Asproni cosa pensa del presente e del futuro dell’Industria Culturale e Creativa in città?
I Musei non sono solo luoghi da visitare, ma soprattutto da vivere – spiega la Presidente della Fondazione Torino Musei – per questo abbiamo cercato di raggiungere un obiettivo chiaro: aumentare l’audience e accogliere nei nostri musei più cittadini e più turisti che siano anche visitatori. Torino è diventato un modello internazionale, un case study, proprio grazie a questa grande capacità di coinvolgimento sia dei cittadini che, a ruota, anche dei turisti. Ogni giorno nei musei c’è un’offerta culturale adatta a tutti i tipi di pubblico, dai bambini agli adulti, dalle scuole agli anziani. A Firenze e Venezia ad esempio non c’è più questo coinvolgimento, i turisti “mordi e fuggi” hanno “allontanato” i cittadini dai musei, a Torino invece è diverso.
Abbiamo studiato le buone pratiche di altre città a livello internazionale e stiamo costruendo ora il nostro modello gestionale, che porti i cittadini a frequentare sempre di più i musei e il turismo di qualità ad apprezzarli e privilegiarli – spiega.
Non vogliamo un turismo basato sulla quantità, ma visitatori r che si sentano coinvolti nel nostro progetto: vogliamo scegliere noi il turismo che vogliamo per Torino.
Per questo abbiamo lavorato come prima cosa sulla valorizzazione del patrimonio. Dalla riqualificazione dei musei alla tecnologia. Abbiamo fin dal primo momento dotato tutti i musei della fondazione di wi -fi free, abbiamo rivisto e ridisegnato i siti internet per migliorarli e abbiamo sperimentato per primi nuove tecnologie, come ad esempio il 3D con gli Oculus Rift, con una giovane azienda start up torinese.
Fin qui tutto bene. Poi però arriva il nuovo Sindaco, del Movimento 5 Stelle, che sembra avere idee diverse e intende avvalersi della sua facoltà di rinnovare la classe dirigente torinese. Quindi la domanda prima o poi deve arrivare. Pensa che il Sindaco Chiara Appendino la vorrà sostituire?
Non ne ho idea – confessa Patrizia Asproni – io sono un Civil Servant, svolgo il mio lavoro, di grande responsabilità e coinvolgimento, in maniera gratuita, non percepisco uno stipendio, come peraltro prescritto dalla legge.
Ho un lavoro, sono direttore della holding che gestisce i musei di Firenze e ricopro altri incarichi quali ad esempio la Presidenza di Confcultura a Roma; sono qui perchè il progetto di rilancio e riposizionamento dei musei torinesi è estremamente interessante e ho affrontato questa sfida con entusiasmo, passione e soddisfazione per i risultati.
Sicuramente mi incontrerò a breve con la Sindaca Chiara Appendino, alla quale esporrò le nostre linee guida, e ci confronteremo sul suo progetto, le sue idee e il suo programma sui musei della città, per un lavoro comune sotto il segno di una città bellissima da valorizzare ancora di più.
A pensar male ci si azzecca, ma con la delega alla cultura spezzata in 3 e un Assessorato alla Cultura di fatto privato della ciccia (gli eventi culturali sono la maggiore sorgente di spesa) per il tanto evocato “sistema torino” a livello culturale si prospettano un sacco di novità all’orizzonte.