In una recentissima e “brutta” telefonata tra Trump e la premier danese, il miliardario presidente degli Stati Uniti ribadisce che l’acquisizione della Groenlandia da parte degli USA non è una boutade elettorale.
Nel frattempo il presidente della commissione militare Robert Brieger lancia l’idea di inviare truppe militari europee in Groenlandia. Trump però insiste sul fatto che gli Stati Uniti prenderanno la Groenlandia.
«Hanno messo lì due slitte trainate da cani in più… pensavano che fosse una difesa», dice il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Gli Stati Uniti hanno ripetutamente riconosciuto la sovranità danese sulla Groenlandia, non da ultimo quando acquistarono quelle che oggi sono le Isole Vergini americane dalla Danimarca nel 1917. Qualcosa però è cambiato.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ridicolizzato i tentativi della Danimarca di difendere la Groenlandia con pattuglie aggiuntive, compresi due ulteriori equipaggi con slitte trainate da cani, mentre ha ribadito che l’America avrebbe preso il controllo di questa isola artica, strategicamente cruciale.
Il ministro della Difesa danese ha ammesso che il paese nordico non ha fatto abbastanza per proteggere il suo territorio autonomo della Groenlandia, ma ha rivelato piani per spendere 1,5 miliardi di dollari in due nuove navi di ispezione, due droni e due pattuglie con slitte trainate da cani, dopo che Trump ha rinnovato il suo interesse per l’isola.
«Credo davvero che otterremo la Groenlandia, perché è una questione di libertà nel mondo. Non ha nulla a che fare con gli Stati Uniti, a parte il fatto che siamo noi a poter fornire la libertà. Loro [la Danimarca] non possono. Hanno mandato due slitte trainate da cani lì due settimane fa, pensavano che fosse una difesa», ha dichiarato Trump ai giornalisti a bordo di Air Force One nel corso del weekend.
La telefonata di Trump
La scorsa settimana Trump ha avuto una telefonata di 45 minuti con la prima ministra danese Mette Frederiksen, che cinque attuali ed ex alti funzionari europei hanno descritto al Financial Times come accesa e conflittuale.
Secondo i funzionari, il governo danese si trovava in “modalità crisi” dopo che Trump aveva compiuto il passo senza precedenti di rifiutarsi di escludere un’azione militare per sottrarre un territorio a un alleato della Nato, e aveva minacciato di imporre dazi mirati contro di esso. Gli Stati Uniti dispongono già dell’unica base militare in Groenlandia, nel nord dell’isola.
La presenza militare della Danimarca in Groenlandia al momento si limita a un Comando Artico di sole 75 persone e a un equipaggiamento formato da quattro navi, un aereo da sorveglianza e diverse pattuglie con slitte trainate da cani.
Sia i funzionari danesi sia quelli groenlandesi hanno dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero aumentare la propria presenza militare sull’isola e ci sono state discussioni periodiche sulla possibilità di aprire una seconda base o di inviare più personale.
Troels Lund Poulsen, ministro della Difesa danese, ha affermato alla Vigilia di Natale che, oltre alle nuove navi, ai droni e alle pattuglie con slitte, Copenaghen migliorerà anche la pista di uno dei principali aeroporti della Groenlandia per consentire l’atterraggio dei caccia F-35 — in dotazione sia agli Stati Uniti sia al paese nordico.
Gli Stati Uniti hanno ripetutamente riconosciuto la sovranità danese sulla Groenlandia, non da ultimo quando acquistarono quelle che oggi sono le Isole Vergini americane dalla Danimarca nel 1917.
Ma Trump ha dichiarato a bordo di Air Force One: «Non so davvero quale diritto abbia la Danimarca su di essa, ma sarebbe un atto molto ostile se non lo consentissero, perché è per la protezione del mondo libero. Non è per noi, è per il mondo libero. In questo momento ci sono navi russe, navi cinesi, navi di vari paesi. Non è una buona situazione».
Ha aggiunto: «Penso che con la Groenlandia troveremo un accordo. Credo che la otterremo. Penso che la gente voglia stare con noi».
I paesi europei stanno cercando freneticamente di capire come reagire alle minacce di Trump contro la Danimarca, senza ritrovarsi nel suo mirino. Alcuni hanno esortato la Frederiksen a “reagire” contro il presidente americano. Fino a questo momento, la prima ministra danese ha ribadito che la Groenlandia non è in vendita, ma ha accolto con favore il crescente interesse degli Stati Uniti per l’Artico.
L’ufficio della prima ministra danese ha dichiarato di «non riconoscere l’interpretazione della conversazione» tra Trump e Frederiksen, ma si è rifiutato di spiegare quali fossero i punti di disaccordo. I funzionari statunitensi non hanno contestato il resoconto del FT.