UniManagement ospita il seminario “Se mi guardi ti sento” – Musei sempre più accessibili. È questo il nuovo motto che sta accompagnando sempre più strutture culturali che hanno fatto dell’attenzione alle esigenze degli utenti la loro mission.
Per fortuna, i musei ed i luoghi di cultura che stanno adeguano le loro strutture affinché queste diventino accessibili a chiunque sono sempre di più e sempre più all’avanguardia in materia di tecnologia. I cosiddetti Musei senza Barriere sono sicuramente elementi indispensabili in tutte quelle comunità che si definiscono “civili”.
Il Piemonte è davvero all’avanguardia per quanto riguarda il turismo accessibile: per rendersene conto basta consultare il sito Turismabile, cuore di un’iniziativa regionale per promuovere una cultura senza barriere. In occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2006 è stato inoltre avviato un amplio progetto di ricerca sull’accessibilità per i disabili nei musei di Torino e provincia. Museo Egizio, Museo del Cinema, il Castello di Rivoli e la Reggia di Venaria sono i fiori all’occhiello dell’accessibilità torinese.
Giovedì 5 maggio 2016, presso l’UniManagement di Torino, si è tenuto il workshop dedicato ai non udenti dal titolo “Se mi Guardi ti Sento”; l’incontro ha proprio avuto come obiettivo quello di accompagnare i colleghi sordi nell’esplorazione del concetto di talento e nell’acquisizione di una nuova consapevolezza dei propri mezzi. Il Dipartimento Educazione GAM in occasione del seminario “Il talento dei sordi“ propone un community project che si configura come una nuova esperienza di accessibilità al museo. La comunicazione immediata durante l’attività sarà facilitata dalla traduzione LIS, mentre la rete informatica permetterà la condivisione a distanza di opinioni e di elaborazioni personali centrate sulla questione: Il mondo naturale nutre la creatività?
La domanda aperta servirà come fil rouge per avviare un confronto inclusivo dei partecipanti all’attività, offrendo spunti per far emergere punti di vista, creatività e altre competenze. L’iniziativa non intende essere un evento isolato per gli interlocutori sordi, ma sviluppare con loro un rapporto continuativo anche a distanza, costruendo insieme diverse tappe del percorso per migliorare l’accessibilità della cultura e per rinsaldare il senso di appartenenza di tutti i cittadini verso il ricco patrimonio GAM: uno dei più importanti musei di Torino. Per questo si prevede di integrare il percorso guidato nella mostra sia con la presentazione di alcune opere delle collezioni esposte nella galleria dedicata al tema della Natura, sia con la distribuzione di materiali strutturati per stimolare la creatività.
Aprire il museo alla disabilità, inoltre, ci offre l’opportunità di riformulare la complessità delle nostre strategie educative: stantie, omogenee, troppo speso verbali e basate su approcci visivi. L’accessibilità ci obbliga a considerare le differenze di ognuno anche solo nell’accettazione della varietà degli stili di apprendimento di cui anche i pubblici già fedeli sono portatori. Un museo accessibile, dunque, è innanzitutto un luogo empatico che fa dell’ascolto attivo la prima strategia per il coinvolgimento. A questo scopo, è chiamato a rimuovere le proprie barriere (sensoriali, fisiche, cognitive ma anche culturali, emotive ed economiche) per permettere ai visitatori di sentirsi parte attiva e, insieme, pienamente rappresentati.