UniTO contro la dislessia – Il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Torino presenta i risultati del progetto “Io ascolto” nelle scuole d’infanzia ed elementari.
In Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, anche se si stima che ci sia almeno un alunno con un DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento; sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione) per classe. Leggere, scrivere e calcolare per noi sono atti così semplici ed automatici che risulta difficile comprendere le difficoltà che riscontrano i bimbi o i ragazzi dislessici. Spesso questi ragazzi vengono erroneamente considerati svogliati e la loro intelligenza spiccata dà il via a valutazioni come “E’ intelligente, ma non si applica”. Questi ragazzi non hanno problemi cognitivi legati alla comprensione e, al di là dello studio, sono intelligenti, vivaci, socievoli e creativi.
La dottoressa Tiziana Sacco, ricercatrice del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, è la responsabile scientifica di “Io ascolto”, un progetto, finanziato dalla fondazione CRT, sul potenziamento dell’apprendimento nei bambini tra i 5 e i 7 anni per migliorare le basi biologiche della capacità di lettura e contrastare disturbi cognitivi come la dislessia.
“Il progetto è stato concepito per potenziare le capacità di apprendere già durante il primo anno di scuola elementare – spiega Sacco –. Il sistema nervoso è molto plastico a quell’età e con interventi mirati si può agire efficacemente per contrastare le difficoltà di apprendimento“.
In occasione del convegno scientifico “Le neuroscienze e l’acustica per il potenziamento dell’apprendimento a scuola”, svoltosi giovedì 15 settembre 2016 presso la sede della Fondazione CRT di Torino, sono stati presentati i primi risultati del progetto davanti a un uditorio eterogeneo composto da ricercatori in neuroscienze e psicologia, esperti di dislessia, insegnanti, dirigenti scolastici e genitori.
“La dislessia comporta con sé anche molteplici problematiche di contorno come la memoria a brave termine, la memoria di lavoro, capacità organizzative temporo-spaziale che mettono il bambino in serie difficoltà già durante il corso del primo anno di scuola elementare. In sei anni dall’uscita della Legge (la dottoressa si riferisce alla Legge 170/2010), è stata registrata un’impennata di casi e diagnosi relativi alla dislessia proprio perché siamo tutti più consapevoli del problema e la sua individuazione è diventata più semplice”.
Il primo anno di ricerca è stato condotto nelle scuole torinesi D’Azeglio e Manzoni: 300 bambini sono stati sottoposti a esercizi mirati durante l’attività didattica, sotto forma di giochi, talvolta con l’ausilio di un software per meglio apprezzare l’attività neuronale del singolo alunno. In generale, il team della dottoressa Sacco, composto da professionisti in ambito scolastico, clinico e di fisica acustica, ha notato un incremento della capacità di attenzione e memoria dei piccoli studenti.
Il progetto prosegue anche quest’anno: “Io ascolto 2” coinvolgerà circa 600 nuovi bambini.