Bottiglia di Legno per acqua naturale? La risposta compostabile alla Plastica arriva dall’Italia
Si tratta della Bio Bottle, una bottiglia biodegradabile e compostabile per acqua naturale, utilizzata da Acqua Sant’Anna come risposta tecnologica alla plastica convenzionale.
Una BioMolecola del Mais porta sul mercato la prima bottiglia compostabile che non danneggia l’ambiente, si chiama Acido PoliLattico ed è un additivo comunemente utilizzato nell’industria alimentare, che deriva dalla fermentazione della parte proteica dell’amido di mais.
Queste caratteristiche fanno di questo materiale innovativo un prodotto unico, biodegradabile e soprattutto compostabile. In 80 giorni, smaltita nel contenitore dell’organico e negli impianti di compostaggio, la Bio Bottle di Sant’Anna di Vinadio si decompone e ritorna alla terra.
La Bio Bottle è una risposta al mercato dell’acqua in bottiglia.
Una dimostrazione che la soluzione al problema dell’eccessivo consumo di plastica c’è. Ne abbiamo parlato con Alberto Bertone di Acqua Sant’Anna, amministratore delegato e Presidente, che ha voluto con forza questo progetto per mettere nelle condizioni i consumatori di fare una scelta sostenibile per l’ambiente.
Per me è cambiato il modo di ragionare e di essere più ecosostenibile. Bisogna trovare delle alternative alla plastica. I materiali più tecnologici che sono simili alla plastica, funzionali come la plastica, infrangibili come la plastica costano come la plastica ma ritornano all’ambiente così come sono nati.
La dottoressa Silvia Parola, direttore tecnico e RAQ di Sant’Anna, approfondisce il discorso
Quello che cambia fra queste due bottiglie è la tipologia di plastica utilizzata per la realizzazione della bottiglia stessa. In un caso parliamo di plastica tradizionale, che deriva da fonte fossile petrolifera. Con la Bio Bottle parliamo di una plastica di origine vegetale e naturale, derivata dal mais o dalla tapioca. Per la realizzazione di questo granulo di PLA che, come vedete, è simile ma non uguale neanche fisicamente ed esteriormente ai granuli di plastica convenzionale, viene utilizzato il 50% in meno di energia e, contestualmente, viene rilasciato il 60% in meno di CO2 nell’ambiente. Parliamo di una bio-plastica, quindi di una plastica bio sia all’origine che alla fine della salita. All’origine perché, come dicevamo prima, deriva da fonte rinnovabile, ma bio anche a fine vita nella misura in cui, se viene conferita nell’organico, viene smaltita in meno di 80 giorni negli appositi siti di compostaggio. Nell’umido, per intenderci! Quindi parte dalla natura e alla natura torna sotto forma di compost.
Il mercato adesso parla in modo diverso, ma i consumatori consapevoli forse ci sono già.
Per loro e anche per tutti gli altri, la BioBottle rappresenta l’opportunità di premiare gli sforzi verso la sostenibilità di Acqua Sant’Anna e di stimolare il mercato della grande distribuzione perché in questo modo aumenteranno i produttori di bio plastiche compostabili e l’offerta di bottiglie prodotte con biopolimeri che derivano dalle piante, in modo da tamponare la crescente dispersione di plastica derivata da petrolio, che si accumula negli oceani quando non avviata correttamente al ciclo della raccolta differenziata.
Quale consumatore è attento a questo tipo di prodotto? – si chiede Alberto Bertone, AD Acqua Sant’Anna – Il problema è che oggi c’è ancora poca disponibilità di questo tipo di materiale per cui il costo è ancora elevato. Noi cerchiamo di sopperire a questo costo cercando di auto-tassarci, però speriamo che anche i produttori di questi materiali aumentino in modo che da regime di monopolio si arrivi ad un regime di concorrenza