La missione europea LISA Pathfinderper per testare nuove tecniche di rilevazione è stata un successo. Lanciata nello Spazio il 3 dicembre 2015 dalla base di Kourou nella Guyana francese, ha dimostrato la fattibilità tecnologica della costruzione di un osservatorio spaziale per la ricerca di onde gravitazionali. Ora il via al progetto eLISA, che rivoluzionerà il modo con cui l’uomo guarda il cosmo.
Il lancio in orbita dell’osservatorio spaziale eLISA è previsto intorno al 2030.
I primi risultati della missione di LISA Pathfinder sono stati presentati oggi in una conferenza stampa dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a Madrid. LISA (Laser Interferometer Space Antenna) oggi in realtà si chiama eLISA, che sta per Antenna Spaziale Interferometrica Evoluta. Grazie a questo progetto, un giorno non troppo lontano potremo guardare l’universo con occhi diversi, scrutando galassie distanti miliardi di anni luce da noi.
Ma partiamo dal principio. La missione LISA Pathfinder. La sonda è stata progettata per testare le tecnologie necessarie a costruire un osservatorio spaziale per rilevare le onde gravitazionali nel cosmo. Lanciata il 3 dicembre 2015 dalla base di Kourou nella Guyana francese, ospita al suo interno due masse di prova identiche a una distanza di 38 cm. Le masse non sono altro che due cubi di oro-platino di 2 kg ciascuna e di lato 46 mm, circondate da un vettore spaziale. Il vettore ha il compito di schermare i cubi dalle influenze esterne ed è in grado di autoregolarsi in modo da evitare di toccare le masse. L’obiettivo? Verificare la possibilità di mettere due oggetti con una propria massa in caduta libera nello spazio, raccogliendo dati del fenomeno con strumenti ad altissima precisione. Secondo i dati presentati dall’ESA l’esperimento ha funzionato alla grande.
I risultati dimostrano il funzionamento delle tecnologie impiegate e aprono la strada alla rivelazione delle onde gravitazionali dallo spazio. E’ qui che può partire la missione eLISA. Un osservatorio spaziale composto da tre masse di prova analoghe a quelle testate da LISA, ma tenute a 1 milione di chilometri l’una dall’altra e connesse da un raggio laser, che ne misura la distanza relativa. Il triangolo costituito dalle tre masse si muoverà lungo un’orbita attorno al Sole, viaggiando a 50 milioni di chilometri dalla Terra. Se tutto andrà come previsto il grande osservatorio spaziale sarà in grado di rivelare le onde gravitazionali di bassa frequenza, tra 0,1 mHz e 1 Hz, emesse da un ampio spettro di oggetti astronomici.
Il lancio dell’osservatorio spaziale eLISA è previsto intorno al 2030. Grazie a questo strumento sarà possibile studiare i fenomeni spaziali direttamente dallo spazio. Monitorando le onde gravitazionali sarà possibile studiare fenomeni invisibili ai telescopi tradizionali, che si basano sull’osservazione della luce.
“Ascoltare le onde gravitazionali è ascoltare l’Universo, con LISA abbiamo fatto il passo che ci permetterà di correre nella comprensione delle onde gravitazionali, così come il programma Gemini aprì la strada al programma Apollo” che ha portato l’uomo sulla Luna. Questa la dichiarazione di Fabio Favata, responsabile del Coordination Office Direttorato della Scienza dell’ESA. LISA “è il passo più importante per dimostrare che la tecnologia funziona” ha aggiunto Favata. Con Lisa “avremo una nuova strada per guardare al nostro Universo“, ha aggiunto , Project Scientist ESA.
Presto conosceremo l’alta faccia dell’Universo. Siete pronti?
http://www.cosmos.esa.int/web/personal-profiles/paul-mc-namara
http://www.focus.it/scienza/scienze/lisa-pathfinder-funziona-alla-grandissima
http://www.focus.it/scienza/spazio/esa-il-satellite-lisa-e-le-onde-gravitazionali
http://sci.esa.int/lisa-pathfinder/
http://www.repubblica.it/scienze/2016/06/07/news/lisa_pathfinder_onde_gravitazionali-141479326/