“Il pubblico è cresciuto del 5% nonostante il perdurare della crisi, gli abbonamenti continuano a essere venduti e i conti sono in equilibrio. Tra produzione e risorse abbiamo chiuso in pareggio il bilancio con un buon mix tra tradizione e innovazione nel cartellone 2016-2017”
Sembra che a parlare sia il manager di una grande azienda e, in effetti, è proprio così. E’ questa la prima dichiarazione che mi rilascia Lamberto Vallarino Gancia, presidente della fondazione TST – Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, dopo avermi accolto nei suoi uffici di Via Rossini in un freddo pomeriggio di fine dicembre del 2016.
L’occasione e la curiosità che mi hanno spinto a intervistare questo personaggio, classe ‘59, esperienza trentennale in una delle aziende produttrici di vino più grandi e importanti di tutta Italia (la F.lli Gancia SpA), è il suo profilo manageriale, gestionale.
Non proprio un uomo di teatro, anche se la passione teatrale l’ha coltivata da sempre.
Scrive infatti nel suo Curriculum Vitae: “Ho sempre apprezzato tutte le espressioni artistiche, dalla musica al teatro al cinema, e sono sempre stato interessato a conoscere e ad approfondire tutto ciò che contribuisce a valorizzare la diffusione della conoscenza del patrimonio storico artistico nazionale nel mondo”.
Ecco la chiave di lettura del suo impegno personale per la Fondazione Teatro Stabile di Torino, il legame tra patrimonio storico e artistico e la sua esperienza manageriale. Proprio nel vino e nell’enologia, quella che i più attenti chiamano la “cultura materiale”, Lamberto Vallarino Gancia ha sviluppato competenze e sensibilità.
Chiamato ai vertici della fondazione nel settembre 2015, Lamberto Vallarino Gancia mi ha dipinto con rapidità e precisione l’identikit aziendale della struttura operativa che organizza e gestisce il Teatro Gobetti, le Fonderie Limone, il Teatro Carignano.
“Il Teatro Stabile è un teatro Nazionale – spiega Vallarino Gancia – e pertanto non abbiamo soltanto una funzione di produzione e programmazione di spettacoli che possano trovare il favore del pubblico, siamo un ente che ha il compito di valorizzare i talenti locali, elaborare le tendenze globali e fungere da vera e propria fabbrica multidisciplinare di cultura e spettacolo”. Una funzione che trova nell’organizzazione del Festival TorinoDanza, nell’attività formativa della Scuola per Attori e nei progetti di ricerca condotti dal Centro Studi insieme all’Università la propria ragion d’essere.
Il Teatro Stabile è infatti una fabbrica di spettacoli a ciclo continuo, che mette a disposizione degli artisti competenze, risorse e strutture necessarie ad esprimere la loro creatività, che commissiona opere prime e realizza nuovi allestimenti, che valorizza i talenti emergenti.
“La capacità produttiva del Teatro Stabile è progressivamente aumentata – continua Vallarino Gancia – fino a raggiungere per la stagione in corso le 14 produzioni e coproduzioni, 34 spettacoli ospiti e 15 spettacoli programmati in Torinodanza.
Ad oggi, con la campagna ancora in corso, sono oltre 18.000 mila persone di ogni censo, anagrafe, formazione e provenienza geografica (metropolitana e regionale) che hanno scelto di abbonarsi al Teatro Stabile di Torino. La fascia 18-35 anni, coltivata attraverso i canali della Scuola secondaria di secondo grado e dell’Università, conta oltre 7.500 abbonati; lo “zoccolo duro” di età adulta, che predilige il posto fisso e abbonamenti più impegnativi, conta circa 7.800 unità; gli abbonati over 65 e quelli che preferiscono formule promozionali o ridotte sono 2061; gli abbonati di Torinodanza 582. L’accessibilità “virtuale” alla nostra attività si evince invece dal fatto che ben 5.000 sono gli abbonamenti on-line e che ogni anno si registrano 4 milioni di visite al nostro sito web, dati che premiano gli investimenti fatti per sviluppare le relazioni con il pubblico ben oltre la presenza fisica nelle nostre sale. I canali social sono seguiti da oltre 22.000 utenti tra il Teatro Stabile e Torinodanza Festival.
“Il segreto di questa crescita negli abbonati è una strategia commerciale che premia accessibilità e semplicità nella fruizione degli abbonamenti – spiega Vallarino Gancia – Abbiamo costruito un mix di offerta che consente intanto di acquistare gli abbonamenti online, con quasi il 30% delle vendite fatte attraverso il nostro sito internet.
L’altro aspetto significativo è che le formule che abbiamo scelto consentono di fruire degli spettacoli in più orari durante la settimana, compresa la domenica pomeriggio e anche in orari mattutini con recite al Carignano dedicate ai ragazzi delle Scuole materne, elementari e medie, e questo ci ha consentito di aumentare il numero di spettatori pescando ovviamente tra i Torinesi, ma anche tra persone di altre province piemontesi e, sorpresa sorpresa, tra i Milanesi, che spesso vengono a Torino per la qualità degli spettacoli che offriamo”.
Ma non sono solo gli spettatori a fare grande un Teatro. Nello specifico, il Teatro Stabile di Torino è anche un datore di lavoro per professionalità molto specialistiche.
“E’ una delle missioni che i nostri investitori istituzionali ci hanno dato. Quella di coltivare le professionalità legate a questo mestiere”.
Sul fronte occupazionale, nel 2015 hanno lavorato per lo Stabile 298 persone, di cui 57 dipendenti a tempo indeterminato e 241 scritturati, di cui 174 contrattualizzati direttamente e 67 dai coproduttori, tra attori, registi, compositori, scenografi, coreografi, costumisti, musicisti, drammaturghi, disegnatori di luce, macchinisti, attrezzisti, elettricisti, sarte, docenti. Nel 2015 sono state effettuate quasi 30.000 giornate lavorative.
Di tutte queste persone, il 17% è under 30, e il 42% ha un età compresa tra i 30 e i 40 anni.
Insomma solo buone notizie. Anche alla domanda sul rapporto con la Città di Torino, Lamberto Vallarino Gancia sottolinea come i rapporti siano ottimi, cosa non scontata.
“La Città e la Regione ci sono sempre state vicine. In questo senso c’è molta continuità di rapporti con la Fondazione Teatro Stabile, pur in un quadro complessivo di una compressione del finanziamento diretto della Città, che è stato colmato dai nostri investor privati come la Compagnia di Sanpaolo e la Fondazione CRT”
Adesso una domanda di pura curiosità. Quanto è diverso governare una grande azienda come la F.lli Gancia SpA dal guidare un ente culturale come la Fondazione Teatro Stabile di Torino?
“Sembra strano ma non ci sono molte differenze. La strategia – spiega Vallarino Gancia – è sempre la stessa: Competenze + Squadra. Fare l’imprenditore e gestire un’industria culturale come la Fondazione TST è ugualmente difficile. Bisogna far funzionare all’unisono tutte le componenti dell’azienda, valorizzare le competenze e saper dare fiducia a chi merita. Oltre che, naturalmente, saper gestire gli azionisti”.
Ci lasciamo con un sorriso, io e il Presidente della Fondazione Teatro Stabile di Torino Lamberto Vallarino Gancia, che prima di andar via mi segnala uno dei tantissimi spettacoli in cartellone per la stagione 2016-2017, ovvero “Il Sindaco del Rione Sanità” di Eduardo De Filippo, con la regia del Direttore Artistico del Teatro Stabile, Mario Martone, che debutterà il 27 febbraio in prima nazionale a Napoli, al Teatro NEST che si trova nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, in una prima aperta al pubblico per poi esordire al Teatro Gobetti e restare in scena dal 21 marzo al 2 aprile 2017.
Buona visione a tutti.