H2.0: diamo il benvenuto alla new cooking experience – I telefoni cellulari sono sempre più smart: abbiamo un’app per la posta elettronica, una per tenerci in forma, molte per passare il tempo, una per tenere allenata la mente, tante per metterci in contatto con i nostri amici… Sono diventate di uso comune anche quelle applicazioni che ci sanno una mano in cucina, con ricette sempre aggiornate e da veri intenditori. Ma come può un’app di cucina aiutare concretamente un’utente pasticcione?
Ogni anno scuole, università, accademie propongono ai propri studenti nuove sfide che sappiano conciliare design, tecnologia ed innovazione. In occasione della XIX edizione di Vitrum 2015 il Politecnico di Milano, l‘Università di Friburgo e GIMAV, l’Associazione italiana fornitori macchine, accessori e prodotti speciali per la lavorazione del vetro, hanno offerto agli studenti del Dipartimento di Design la possibilità di confrontarsi con un materiale dalle enormi potenzialità sia in termini di efficienza delle prestazioni, sia dal punto di vista progettuale: il vetro. I designer hanno così sviluppato tredici prototipi diversi, tutti aventi come filo conduttore il materiale di partenza.
L’obiettivo del workshop era ambizioso: individuare nuove forme di utilizzo di oggetti e strumenti in vetro, rese possibili dai considerevoli progressi che la tecnologia e la digitalizzazione hanno compiuto anche nel campo della sua lavorazione. Tutti i progetti presentati in Fiera sono descritti con ampiezza di particolari, dal concept iniziale fino allo sviluppo dell’idea di prodotto, con già alcune considerazioni di base per un’eventuale produzione. Un’esperienza unica, che ha fatto commentare il Professor Andreoni, responsabile didattico del workshop e Professore Associato presso la Scuola di Design del Politecnico di Milano: “Con il vetro abbiamo conosciuto un materiale che si presta ad unire perfettamente tradizione ed innovazione. Abbiamo potuto sperimentare nuove applicazioni tra vetro e tecnologie per l’illuminazione, la rilevazione del tempo, la vita domestica e molto altro ancora”.
H2.0 è uno dei tredici progetti del workshop “Il vetro e le nuove tecnologie” presentati durante i quattro giorni di Fiera ed unisce il concetto di domotica al piacere di cucinare. Quante volte è capitato di aver bisogno di una temperatura precisa nella preparazione di una ricetta e quante volte ci siamo “arrangiati”, magari anche alla cieca, per risolvere il problema? Grazie ad H2.0 il processo di cottura e l’arte culinaria non conoscono più segreti.
Il progetto è stato curato da Francesca Bossi, Emerenziana Broglio, Giovanniedoardo Chiesa e Davide Cimarelli e consiste in una pentola realizzata completamente in vetro (resistente alle alte temperature, ovviamente) ed in un coperchio high-tech che permette la comunicazione tra l’utente ed il manicaretto in cottura. H2.0 è trasparente al 100% e permette una new cooking experience, dove è possibile tenere sempre sotto controllo ciò che si sta cucinando. Questo costituisce un enorme vantaggio, soprattutto per quei cuochi alle prime armi che sono costantemente tentati di sollevare il coperchio per controllare cosa succede all’interno della pentola. Non solo praticità, ma anche sicurezza: il vetro è un materiale completamente asettico che non rilascia residui tossici e scarsamente soggetto al deterioramento (altro che le famose padelle antiaderenti in Teflon!).
La punta di diamante del progetto si trova sul coperchio di H2.0. Esso, infatti, permette il controllo della temperatura, è rivestito con un materiale termocromatico e al suo interno si trova il dispositivo che mette in comunicazione la pentola con lo smartphone: un libro di cucina intelligente che segue il cuoco passo dopo passo.
Benvenuti nell’era della cucina 2.0.