Trentenne, donna e con una cascata di ricci rossi che le incorniciano il passo. Daria Carmi dal 2014 è assessore al Comune di Casale Monferrato e si occupa di cultura, turismo, manifestazioni e molto altro.
Grande appassionata di arte, ci ha raccontato cosa sta accadendo a Casale nella ex-area della Fabbrica Eternit, sito attualmente in fase di bonifica e riqualificazione che verrà riaperto alla città come parco.
La città piemontese, che per molti è indissolubilmente legata alla vicenda Eternit, uno fra i capitoli più neri in tema di diritto del lavoro e di disastri ambientali del nostro secolo, si posiziona ancora una volta come città del riscatto dall’amianto. A inizio 2016 Daria ha infatti lanciato un bando di arte pubblica con il quale nei mesi scorsi diversi artisti visivi sono stati invitati a conoscere la realtà di Casale, con l’obiettivo di progettare un’opera destinata al Parco Eternot. Dei novanta artisti partecipanti, solo cinque sono stati selezionati per la residenza in città: un’esperienza forte, che li ha visti vivere Casale ed il Monferrato per un’intensa settimana e che si è tradotta nei progetti presentati alla comunità cittadina.
Scheda personale
Canzone preferita: “Girls just want to have fun” di Cindy Lauper
Tre cose che odi: il qualunquismo, i luoghi comuni e la superbia
Tre cose che ami: l’arte, la cucina buona e l’acqua
Femminilità vuol dire… ascolto
Chi è per te una Donna Alfa? Mia madre, una donna tostissima che è la colonna portante della nostra famiglia e che mi ha insegnato un sacco di cose
Le tre cose più importanti nella tua vita? Non tradire se stessi, le persone che amo, i valori universali
Il 28 aprile, Giornata Mondiale per le Vittime dell’Amianto, la Commissione Giudicatrice del bando di arte pubblica per il Parco Eternot ha designato come vincitrice l’artista romana Gea Casolaro. Come stanno procedendo i lavori di realizzazione e allestimento dell’opera?
Il Monumento che Gea Casolaro ha pensato per la città è un vivaio di Davidia Involucrata, una pianta molto poetica, chiamata anche l’albero dei fazzoletti per la forma leggera dei suoi fiori, difficile da far nascere ma poi molto resistente, come è la lotta. Il ciclo di vita del vivaio sarà annuale perché ogni 28 aprile una pianta di Davidia premierà chi si sta impegnando nella lotta all’amianto rimappando la geografia della lotta per la libertà dall’amianto. Per questo sarà necessario procedere per innesti con la Davidia Sonoma e questo ha determinato alcune componenti essenziali del progetto. In questa fase abbiamo già incontrato,a Mantova, il massimo esperto di Davidia in Italia Francesco Gandini, e risolto molti aspetti tecnici del progetto. Ora stiamo lavorando alla sua realizzazione fisica: acquisizione dei materiali necessari e costruzione del vivaio insieme agli studenti. Ai primi di settembre cominceremo a lavorare con le piante.
Alla città della lotta all’amianto, come è stata più volte definita dalla stampa e come viene definita dai casalesi stessi, è stato recentemente dedicato anche il film “Un Posto Sicuro” di Francesco Ghiaccio e con Marco D’Amore, con scene di forte impatto girate in città con il coinvolgimento della popolazione. Cosa pensi?
Credo che sia un buon prodotto cinematografico e che abbia la capacità di essere divulgativo rispetto ad un tema che a Casale Monferrato è molto caro, con onestà intellettuale e aderenza ai fatti, il che è molto importante, anche nei confronti di una stampa che spesso ha utilizzato la vicenda Eternit per fare notizia e non informazione, quindi, oltre al suo valore estetico, incarna quello di strumento utile alla lotta stessa contro l’amianto.
La tua passione per l’arte è totalizzante. Quale ruolo le riconosci a favore della società?
Ho sempre pensato che l’arte abbia un forte connotato politico: l’arte deve essere calata nel reale e la vedo necessariamente come risultato di un percorso etico. Io credo che l’arte e la trasformazione urbana a questa collegata portino alla trasformazione della comunità di riferimento. Prima di Casale avevo già avuto modo di sperimentare questo legame indissolubile a Frassineto Po, comune monferrino nel quale ho curato dal 2010 “Par coii bsogna semnà / Chi semina raccoglie”, progetto di arte visiva dedicato alla comunità locale e che, attraverso l’arte, pratica forme inedite di costruzione del tessuto sociale e propone nuovi modelli di produzione culturale.
L’Eternit a Casale Monferrato ci ha lasciato un’eredità forte: perseguire la qualità, nell’ambiente, nelle relazioni, nella vita. L’arte deve essere rinascita e consentirci la rielaborazione di quanto accaduto, di avere una narrazione nostra della vicenda.
Economia e crisi del lavoro: come ci si può reinventare?
Turismo e cultura. Il turismo è un vettore la cultura è il contenuto. Dove la vocazione industriale non c’è più è su questo che occorre puntare. Ma è fondamentale spendere tempo per una mappatura ed un’analisi attenta per capire dove puntare.
E ad un ragazzo che volesse dedicarsi a questo settore cosa consiglieresti?
Sicuramente di studiare e di formarsi con cura.
Come giovane donna che si occupa di politica ti sei mai sentita sminuita o ti ha creato difficoltà?
Non saprei dire se non sono stata valorizzata, ma da un punto di vista quotidiano ho timore che essere donna e giovane faccia sì che nel ruolo che venga considerata meno di quanto dovrei essere. Nell’arte non mi è accaduto perché è un ambiente più aperto, più giovane e cosmopolita.