Con Made in Italy siamo andati ad intervistare Nicoletta Bencivenni, Presidente delle Librerie Coop. Da poco a Torino per l’inaugurazione di FiorFood di Coop presso l’esclusivo Spazio Lux della Galleria San Federico, la Bencivenni nella nostra chiacchierata più volte sottolinea il ruolo importante che gioca la lettura nella formazione dell’individuo e della società. Questa intervista mette in luce le idee e le prospettive di una donna di spirito e del fare che ha fatto propria la parola “cooperazione”.
Nicoletta Bencivenni
Canzone preferita: Everybody hurts dei REM
Tre cose che odi: La disonestà intellettuale, la slealtà e i cetrioli
Tre cose che ami: Ridere,leggere,viaggiare
Femminilità vuol dire: passione
Chi è per te una Donna Alfa: tenace, coraggiosa e determinata
Le tre cose più importanti nella tua vita: la salute, mio marito, la mia famiglia
Buongiorno Nicoletta qual è la sua formazione e quando comincia la sua carriera? Mi sono laureata in Psicologia del Lavoro e delle organizzazioni nel luglio 1991 a Padova e nel mese di settembre ho incominciato a lavorare con contratto a tempo determinato in Coop Adriatica (ex Coop Emilia Veneto) come addetta alla selezione del personale. Nel maggio 1992 sono stata assunta, con un contratto di formazione lavoro (3° livello) sempre come addetta alla selezione. Dopo 7 anni sono passata alla gestione del personale e alle relazioni sindacali e dal 2003 ho ricoperto il ruolo di Direttore Risorse Umane di Coop Adriatica. Ho ricoperto questo ruolo fino a maggio 2015 dove sono stata nominata nel ruolo di Presidente di Librerie.coop. La mia è una formazione prettamente umanistica anche se nei mesi precedenti la laurea (mentre preparavo la tesi) effettuai un master di 6 mesi in mktg e comunicazione. Forse questo nuovo incarico era scritto nel mio destino.
Cosa vuol dire oggi occuparsi di libri e di cultura? Il mondo della cultura, di cui la lettura e i libri sono una componente importante, sono un impegno di grande valore in linea con i principi della cooperazione a cui sono da sempre legata. Vendere libri è ovviamente un business ma è anche e soprattutto la consapevolezza di avere il compito di promuovere la crescita delle persone e del paese. In un paese che legge poco anzi pochissimo un compito molto difficile quello di provare a diffondere la cultura attraverso i libri e le librerie. Quando nacque Librerie.coop la sfida era quella non solo di vendere libri (cosa che le cooperative già facevano nei loro ipermercati) ma di dare vita ad una rete di luoghi di aggregazione che promuovessero la lettura che fossero luoghi di incontro tra chi legge e chi scrive. Questo non è un compito facile perché sono più le persone che scrivono che quelle che leggono e non sempre quello che viene pubblicato è di elevatissimo livello. Anche nella vendita è quindi importante sapere comprendere e quindi offrire qualità.
Nel centro di Torino da poco ha ripreso vita il progetto delle Librerie Coop. Qual è lo slancio e il valore aggiunto di questo progetto rispetto agli “esperimenti” precedenti? Questa esperienza come altre nostre precedenti ( es. la librerie Ambasciatori di Bologna) mette insieme il mondo della cultura e quello del food. Ma questa volta, per la prima volta, è tutto giocato in Casa Coop. Novacoop ci ha chiesto di contribuire a valorizzare con i libri uno store che essendo centrato sul prodotto Fior fiore (l’eccellenza appunto di Casa coop) è già di per sé una iniziativa unica e noi, che eravamo usciti dal centro di Torino nostro malgrado, abbiamo accettato con l’entusiasmo di tornare ad offrire alla città una piccola libreria dove trovare un assortimento qualificato e un personale altamente preparato. Essere a Torino, la città del Salone del libro, una città intellettualmente vivace come poche in Italia è per noi motivo di grande soddisfazione.
Nicoletta ci spiega qual è il valore aggiunto di una libreria Coop rispetto ad altre catene? Secondo i dati ISTAT nel 2013, oltre 24 milioni di persone di 6 anni e più dichiarano di aver letto, nei 12 mesi precedenti l’intervista, almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali. Rispetto al 2012, la quota di lettori di libri è scesa dal 46% al 43%. Nel corso dell’anno ha letto almeno un libro il 49,3% della popolazione femminile e solo il 36,4% di quella maschile. La propensione alla lettura dipende dalla scuola, ma anche dall’ambiente familiare: leggono libri il 75% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 35,4% di quelli con genitori che non leggono. Dati non proprio confortanti.
Si, dati non proprio confortanti. Nicoletta a cosa serve leggere? Faccio miei le parole del Presidente della Repubblica in occasione della Giornata Mondiale del libro” che ha detto che “leggere, conoscere, pensare con la nostra testa sono antidoti all’omologazione. Sono qualità che rendono viva una civiltà, che garantiscono un futuro alle prossime generazioni. La lettura non è un esercizio alternativo all’uso degli strumenti della modernità, dell’innovazione. Il suo valore rimane inalterato nei diversi supporti che oggi sono disponibili ai cittadini e in particolare ai giovani. “La lettura genera sapere condiviso, passioni, produce comunità”. Il Presidente della Repubblica ha citato un grande scrittore Gianni Rodari che diceva “Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterari o poeti ma perchè nessuno sia più schiavo”. Più libri (aggiungo io in tutte le sue forme) vuol dire più libertà e più lettori vuol dire più conoscenza, più spirito critico, più autonomia di giudizio, elementi essenziali per una buona convivenza.
Qual è il libro che ha sul comodino in questo momento? Se dovesse indicare 3 libri quali titoli consiglierebbe alle nuove generazioni? Non esistono libri che vanno per tutti e per tutti i momenti, soprattutto per i giovani che sono tanto diversi tra loro. Ogni libro è una medicina dell’anima e ogni libro è una cura diversa. Anche l’età condiziona molto i gusti letterari. Da giovane leggevo i classici che ci indirizzavano a scuola (Calvino, Pavese, Svevo) ora amo molto i gialli e in questo momento ne sto leggendo uno di Di Giovanni. Ma se devo indicare uno dei libri che amo di più, che ho letto da ragazza e riletto diverse volte da adulta le direi “La storia” di Elsa Morante. E’ un libro che mi è rimasto nel cuore, per diverse ragioni, per certi versi una storia di guerra, ma molto attuale.
Quali sono le tre parole chiave del suo lavoro? Tenacia, energia e passione. Tra le tre, quella che ha maggiormente contribuito al mio “successo” professionale è senza dubbio la passione e la solarità nell’affrontare tutto quello che nel bene o nel male ti offre la vita.
Il mondo dell’editoria, come tutto il resto, è in continua evoluzione. Che tipo di lettrice è? Le piace la carta o preferisce un Kindle? Io leggo rigorosamente su carta. Ho provato con un e-reader ma ho bisogno del contatto fisico con la carta. Ma io ho 50 anni e comprendo che per le nuove generazioni, quelle della liquidità dello spazio temporale, uno strumento che gli consenta di leggere dove e quando vogliono sia indispensabile. Per me l’obiettivo è la lettura, lo strumento viene dopo.
Nicoletta come si deve tra 10 anni e cosa auspica per il suo settore? Io sono il presidente di Librerie.coop solo da 8 mesi pertanto tra 10 anni spero di essere ancora a capo di questa splendida realtà. Mi piacerebbe soprattutto che fra 10 anni il nostro paese avesse raggiunto un livello di lettori e di diffusione della lettura al pari degli altri paesi europei. Un simile risultato si potrebbe raggiungere solo a fronte di un forte investimento sui ragazzi, passando dalle famiglie ma anche e soprattutto dalla scuola. La scuola dovrebbe riappropriarsi del suo ruolo educativo (oltre che istruttivo) e l’educazione alla lettura rappresenterebbe un passo importante nella competitività di questo settore che oggi soffre ma da segni di vita.
Un’ultima domanda e poi la lascio andare. Chi è il suo autore preferito e perché? Sono una lettrice onnivora e non posso dire di avere un autore/ce di riferimento. Non ho preferenza di genere ma mi trovo casualmente (…?!?) più spesso a leggere autrici che non autori. Ma per non sembrare reticente, amando molto i gialli non le nego che quelli di Camilleri li ho letti praticamente tutti.