Maduro si insedia per il terzo mandato e il Venezuela diventa sostanzialmente un’oligarchia, un potentato nelle mani di pochi uomini che può usare a piacimento un intero paese, di volta in volta come miniera, distributore di benzina o banca.
Con l’insediamento per il terzo mandato il Venezuela sta attraversando una fase di profonda crisi politica e sociale, acuitasi con l’insediamento di Nicolás Maduro per un terzo mandato presidenziale, avvenuto il 10 gennaio 2025. Questo evento ha sollevato accuse di frode elettorale e ha intensificato le tensioni sia a livello nazionale che internazionale.
Negli ultimi dieci anni, il Venezuela ha vissuto una spirale di crisi economica, politica e sociale che ha trasformato uno dei paesi più ricchi di risorse del Sud America in uno dei più instabili. L’elezione di Nicolás Maduro nel 2013, successore di Hugo Chávez, ha segnato l’inizio di un periodo caratterizzato da una cattiva gestione economica, sanzioni internazionali e una crescente repressione politica. L’economia, pesantemente dipendente dal petrolio, ha subito un tracollo con il crollo dei prezzi internazionali nel 2014, portando a iperinflazione, scarsità di beni essenziali e un esodo di massa della popolazione.
Le proteste contro il governo di Maduro si sono intensificate negli anni, culminando nel 2017 con manifestazioni su larga scala che hanno visto la partecipazione di milioni di cittadini stremati dalla crisi. Il regime ha risposto con una repressione brutale: centinaia di manifestanti sono stati arrestati, e decine di loro hanno perso la vita. Parallelamente, Maduro ha rafforzato il suo controllo sulle istituzioni, sciogliendo il parlamento dominato dall’opposizione e sostituendolo con un’Assemblea Costituente controllata dai suoi alleati. Questa mossa ha scatenato critiche internazionali, isolando ulteriormente il paese.
Un momento cruciale è arrivato nel 2019, quando Juan Guaidó, leader dell’opposizione e presidente dell’Assemblea Nazionale, si è autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, sostenendo che l’elezione di Maduro fosse illegittima. Guaidó ha ricevuto il riconoscimento di oltre 50 paesi, tra cui gli Stati Uniti e gran parte dell’Unione Europea, ma non è riuscito a ottenere il controllo effettivo del governo. Nel frattempo, le condizioni di vita della popolazione sono peggiorate: secondo le Nazioni Unite, più di 7 milioni di venezuelani sono emigrati, cercando rifugio nei paesi vicini, in quello che è diventato uno dei più grandi esodi umanitari della storia recente. Nonostante la pressione internazionale e il malcontento interno, Maduro è rimasto saldo al potere, sostenuto da alleati come la Russia, la Cina e Cuba, consolidando il suo regime autoritario.
Il Venezuela sta attraversando una fase di profonda crisi politica e sociale, acuitasi con l’insediamento di Nicolás Maduro per un terzo mandato presidenziale, avvenuto il 10 gennaio 2025. Questo evento ha sollevato accuse di frode elettorale e ha intensificato le tensioni sia a livello nazionale che internazionale.
Le elezioni presidenziali del 28 luglio 2024 sono state segnate da contestazioni. Il Consiglio Nazionale Elettorale, controllato dal regime, ha dichiarato Maduro vincitore con il 51% dei voti, mentre l’opposizione, guidata da Edmundo González Urrutia, ha denunciato brogli, sostenendo che González avesse ottenuto il 70% dei consensi. Queste accuse sono state supportate da prove presentate dall’opposizione, che ha mostrato risultati verificati in tutti gli stati a favore di González. El País
La comunità internazionale si è divisa sulla legittimità del processo elettorale. Paesi come gli Stati Uniti hanno riconosciuto González come presidente eletto, mentre altre nazioni hanno mantenuto il loro sostegno a Maduro. Nel frattempo, il governo venezuelano ha intensificato la repressione interna, arrestando attivisti e giornalisti, e militarizzando Caracas in vista dell’insediamento. AP News
Edmundo González, attualmente in esilio a Madrid, ha annunciato l’intenzione di tornare in Venezuela per rivendicare la presidenza, nonostante le minacce di arresto immediato da parte del regime. La sua famiglia ha già subito intimidazioni, con il rapimento del genero Rafael Tudares a Caracas, episodio che evidenzia il clima di paura instaurato dal governo. The Times
L’opposizione interna, rappresentata da figure come María Corina Machado, ha organizzato proteste contro l’insediamento di Maduro. Machado, dopo mesi di clandestinità, è stata brevemente arrestata durante una manifestazione a Caracas, segno della crescente repressione del dissenso. Wall Street Journal
In risposta alle crescenti tensioni, il governo ha chiuso i confini con la Colombia per tre giorni, denunciando un presunto “complotto internazionale” volto a rovesciare Maduro. Questa misura ha ulteriormente isolato il paese, già afflitto da una grave crisi economica e sociale. ANSA
La situazione in Venezuela rimane altamente instabile. L’insediamento di Maduro senza la presentazione di prove concrete a sostegno della sua vittoria elettorale ha alimentato dubbi sulla legittimità del suo governo. La comunità internazionale continua a monitorare gli sviluppi, mentre il popolo venezuelano affronta un futuro incerto, segnato da repressione, crisi economica e mancanza di libertà democratiche.